L’ #ospiteDAB del mese di giugno è Velca Boccaletti, operatrice culturale e didattica che conduce laboratori di arte e teatro nelle scuole, con esperienza anche internazionali. Ci siamo conosciute nel 2008, come lei stessa ricorda, e ci siamo ritrovate sul web seguendo ciascuna il lavoro dell’altra. Di Velca mi ha sempre impressionato la pacatezza nel porsi che contrastava con una dirompente creatività. Fatta di gesti, idee e attività mai scontate e con particolare attenzione all’individuo. Il suo blog racconta il mondo dell’arte ai bambini ‘visto da una mancina’. Perché i punti di vista differenti, come i dettagli, danno la misura delle esperienze che si possono vivere attraverso l’arte.
Ho avuto la fortuna di conoscere Leontina di persona nel 2008 e di lavorare assieme a lei nel team del Parco didattico letterario dedicato a Gianni Rodari ad Omegna, sul lago d’Orta. Chi l’avrebbe mai detto che a distanza di anni ci saremmo ritrovate sul suo blog? Negli anni successivi all’esperienza cusiana ho continuato a muovermi nel mondo della didattica in ambienti molto diversi tra loro (musei, scuole, associazioni, cooperative) e ho avuto modo di sperimentare differenti metodi e di entrare in contatto con realtà più o meno stimolanti. Dopo aver girato come una trottola ho sentito l’esigenza di fare ordine nella mia testa e di uscire allo scoperto. Mi sono sentita pronta per affrontare le sfide da sola. Il blog che ho creato vuole essere una sorta di mio “manifesto programmatico”; rispecchia il mio modo di essere e di operare all’interno del variegato mondo della didattica artistica e museale. Purtroppo sul web, a parte rare isole felici, si trovano miliardi di tutorial pre-confezionati che non stimolano la creatività e l’immaginazione dei bambini. Mi piace invece ricordare che per me, e credo per molti altri operatori che seguono il blog di Leontina, l’operatore didattico è una sorta di direttore d’orchestra, un regista che ha un ruolo determinante nel coordinare e guidare l’attività, ma non giudica l’operato dei bambini. Mi piace pensare che l’arte sia un mezzo e non un fine; mi sono sempre rifiutata di imporre un esercizio per produrre un “bel disegno” o un “bel manufatto”, valorizzando invece la fase del processo e del work in progress. Il blog, che ho aperto nel marzo 2016, si chiama ARTE MANCINA. E’ un contenitore di idee creative viste dagli occhi di una mancina. Ho deciso di chiamarlo in questo modo per dare al progetto un taglio autobiografico e ironico allo stesso tempo. Sono una mancina un po’ “maldestra”. Negli anni Ottanta l’Italia non era un Paese per mancini e io impugnavo le forbici comuni con la mano sinistra e non riuscivo a tagliare perché le lame erano al contrario per me. Ho deciso di fare del mio punto debole, il mio essere una mancina un po’ stramba e maldestra ( non solo con le forbici) , un punto di forza e con il tempo di scoprire le mie capacità nascoste. Nonostante abbia ancora oggi difficoltà tecniche nell’impugnare gli strumenti , mi piace disegnare, creare, costruire assieme ai bambini. Sono contenta perché il blog sta crescendo e stanno nascendo nuove collaborazioni con operatori del settore che fino a pochi mesi fa non conoscevo. Il territorio in cui opero è Milano, la mia città, e la provincia di Varese, dove mi sono trasferita da qualche anno. Le attività suggerite nel blog sono frutto di riflessioni, incontri, ricerche, sperimentazioni e competenze trasversali maturate nel corso degli anni, con un’ attenzione costante all’ambiente che ci circonda, alle tematiche legate al riciclo creativo, all’ecosostenibilità e al mondo dei mancini. Un progetto ludico non solo per “addetti a i lavori”, ma anche condivisibile con amici e genitori, che offre nuove situazioni di gioco e di socializzazione in diversi contesti.
Il mondo capovolto
Il “mondo capovolto” è il nome che ho dato ad una particolare sezione del blog che svilupperò a breve. Intendo sensibilizzare i destrimani all’idea che i mancini esistono e hanno bisogno degli strumenti giusti per esprimere le proprie potenzialità. Uno spazio per insegnanti e genitori, ma non solo,per riflettere sulle strategie che devono mettere in atto in mancini per affrontare un mondo pensato per destrimani. Facendo riferimento al mondo della scuola ci si rende conto che scrivere per un mancino è un grosso problema sin da bambino, perché la maggior parte degli strumenti è pensata per chi utilizza la mano destra. Il vero nemico del bambino mancino, come ho avuto modi di notare a più riprese durante la conduzione di laboratori , sono le forbici. I bambini mancini, o che ancora non sanno di esserlo, tagliano con la mano destra, facendo fatica, e spesso trovano delle strategie alternative e creative per riuscire a tagliare con le forbici di uso comune. Bisogna rispettare i loro tempi durante il laboratorio perché vi assicuro, per esperienza personale, che lo sforzo è maggiore, e quindi il bambino mancino ha bisogno di più tempo per portare a termine la consegna data. Mi impegnerò, attraverso il blog, a sensibilizzare gli operatori didattici affinché si procurino sempre un paio di forbici per mancino da mettere a disposizione degli allievi. Se il bambino sin da piccolo utilizza le forbici per mancino si abitua a tagliare correttamente e ad assumere una postura corretta.
Il riciclo creativo dei materiali di scarto industriale
La maggior parte dei post per ora pubblicati su Arte Mancina si concentra sul riciclo creativo dello scarto industriale ed è frutto di una ricerca sulle potenzialità creative ed estetiche delle forme, dei colori e dei materiali. Da circa otto anni sono operatrice di ProgettoQualegioco, associazione milanese che svolge attività per le scuole e le famiglie presso il Museo del Giocattolo e del Bambino di Cormano ( Mi) e che gestiva lo spazio Babau, attivo a Milano fino al 2011. Nelle successive righe vi parlo delle attività di laboratorio che l’associazione svolge con i gruppi di scuole durante la settimana e con le famiglie durante il weekend al museo del Giocattolo e del Bambino di Cormano. Progettoqualegioco ha assunto come impegno costante la diffusione della cultura ludica in tutte le sue forme d’espressione, facilitando il processo creativo attraverso il gioco di costruzione a partire dallo scarto industriale. Utilizziamo gli scarti aziendali perché non sono strutturati, al contrario dei materiali comuni a cui i bambini hanno normalmente accesso, pertanto aperti a possibilità inimmaginabili.
Prima di svolgere un laboratorio prepariamo accuratamente lo spazio, i materiali selezionati (plastici, cartacei, naturali, tessili e compositi) e gli strumenti (nastro adesivo trasparente e colorato, pinzatrici e forbici), ogni volta in rapporto alla tematica proposta e alla fascia di età a cui è rivolto il laboratorio. Ad esempio, per un laboratorio per famiglie che avevo chiamato “Paesaggio portatile”, ho precedentemente selezionato solo materiali plastici di diversa consistenza e colore con cui far lavorare i bambini. In un’altra occasione abbiamo chiesto ai bambini di costruire un giocattolo che fosse trasparente in tutte le sue parti. Per fare in modo che raggiungessero correttamente l’obiettivo abbiamo preparato accuratamente i materiali di base. Il risultato non sarà mai lo stesso. Si otterranno dei “giocattoli indefiniti e de-strutturati”, continuamente trasformabili e smontabili, composti da pezzi con i quali si può creare ciò che si preferisce in modo che il processo creativo sia frutto di un elaborazione personale, ogni volta diversa. Grazie alle infinite possibilità di combinazioni la creatività del bambino è realizzata e gratificata ogni giorno.
I laboratori sull’arte contemporanea
Inoltre sto tenendo un ciclo di incontri per bambini della scuola elementare di avvicinamento teorico-pratico all’arte contemporanea in tutte le sue espressioni. Scopriamo e sperimentiamo assieme i segreti del colore, del segno e della forma. Visioniamo riproduzioni di opere di Mondrian, Klee, Pollock; Capogrossi; Munari e tanti altri e giorno dopo giorno scopro che dai bambini non si finisce mai di imparare. Sono dei progetti studiati ad hoc che non pubblico sul blog, ma sono disponibile per condividere idee e riflessioni se mi si contatta in privato sulla pagina Facebook.