State per leggere un articolo che fa parte del ciclo #DABcampagnacontro. Attraverso questo ciclo voglio esprimere le mie opinioni in merito a prassi, consolidate e dilaganti, legate a bambini e creatività. Non piacerà a tanti, sicuramente non a tutti. Non è mia intenzione giudicare persone. Piuttosto attirare l’attenzione su pratiche diffuse, che condizionano comportamenti, e creare un dibattito che ne faccia emergere punti di forza e di debolezza, per migliorare approcci e condizioni. Tutte le mie considerazioni sono frutto di esperienza diretta. Comincerò col parlare dei Pennarelli!
Durante i miei laboratori propongo i pennarelli in una veste altra, rispetto al ruolo di riempitivo di spazi delimitati. Non sono contraria per principio, neanche per snobismo, ma per quello che ho visto e vissuto. Fugando ogni equivoco affermo che non ho nulla contro lo strumento ‘pennarello’ in sé (ogni strumento ha potenziale, valore o difficoltà intrinsechi) ma contro l’uso poco creativo e generico che se ne fa.
Seleziono materiali, tipologie di colori e tecniche a seconda del tipo di percorso che intendo realizzare, nella mia lista non troverete il barattolo di pennarelli a punta larga per colorare. Il motivo è presto detto: lo si propone talmente tanto e ovunque (a scuola, casa, in ludoteca, in viaggio, in spiaggia, al ristorante…) che il suo uso è diventato eccessivo, smodato, quasi esclusivo. I bambini e le bambine senza i pennarelli si sentono persi, tanto da bloccarsi e sentirsi smarriti. Ho visto bambini con un disagio tale davanti all’assenza dei pennarelli da scomodare le lacrime! Ho sentito bambini dire: ‘Senza non so disegnare!’. Ho osservato bambini, anche di 3 anni, cercare i pennarelli come un faro nella notte. Francamente mi sembra troppo!
Una cosa non vale l’altra
Il pennarello dovrebbe essere una possibile scelta tra il molteplice. Non l’unico modo con cui riesco ad esprimermi. Occorre porre molta attenzione a quello che trasmettiamo in maniera consapevole o meno. Perché non è vero che una cosa vale l’altra. Non è vero che indipendentemente da quello che utilizzo avrò lo stesso risultato. Non è vero che ha più valore il disegno preciso (con contorni in nero e colorato dentro), che imita la realtà, rispetto ad un opera che investiga il materiale o che gioca con le forme.
I pro e i contro dei pennarelli
Mi sono spesso chiesta il perché di tanta fortuna del pennarello, rispetto ad altre tecniche che stimo più congeniali ai bambini. Ovvero più intuitive e maneggevoli. Mi sono risposta che i pennarelli sono comodi, sporcano poco, hanno bisogno di nessun tipo di preparazione prima, né di sistemazione dopo l’utilizzo. Forse anche motivazioni commerciali. Oppure perché il pennarello si richiude il tappo e viene messo via con rapidità e poca fatica. Si trasporta facilmente. A differenza del lavoro che c’è dietro colori da usare col pennelli, come tempere, che necessitano di maggior tempo e attenzione. Tuttavia lo stesso tipo di comodità-se così possiamo chiamarla- lo riscontro , per esempio, anche per cere e carboncini.
Usare in maniera esclusiva i pennarelli annichilisce capacità e competenze che vengono sviluppate attraverso altre strade. Si disimpara l’attesa accrescendo l’idea errata che tutto abbia un tempo uguale e breve. Incrementa l’omologazione di tecniche e soggetti da disegnare. Cristallizza un certo tipo di manualità, fino a disabituarsi a fare altri tipi di movimento. Cosa che produce insicurezza e rifiuto davanti a proposte diverse. E se non si corrono rischi e non si commettono errori si alimenta la paura di sbagliare.
Lo stereotipo del foglio bianco (A4) e del barattolo di pennarelli a punta maxi…mi fa rabbrividire.
Allora sono proprio da buttare?
Ovviamente no! E’ errato farne il centro dell’universo come escluderli totalmente dalle sperimentazioni. Proviamo a stravolgiamone l’uso: bagniamo il foglio per create sfumature o forme diverse da quelle che abbiamo creato; facciamo un disegno a tecniche miste abbinandoli ad altri tipi di tecniche; utilizziamo tutte le punte disponibili sul mercato (non solo quelle grosse!!) per riconoscere e differenziare i tratti e lavorare- per esempio, sulle trame. Utilizziamolo su supporti che non siano carta, ma per esempio pietre e notiamo il cambiamento di tono quando il colore si assorbe. Oppure mettiamone la punta in acqua e vediamo colorarsi il liquido e utilizziamolo, così, disciolto. In qualunque maniera lo adoperiamo quello che conta è che sia una scelta. Durante i miei laboratori, investo molto tempo ed energie a raccontare anche altro. Ad invitare i bambini e le bambine a fare scelte personali, autonome rispetto alla ‘regola generale’. Lasciare i materiali a disposizione perché la creazione è libera se libero mi sento di scegliere: il supporto e sue dimensioni, la tecnica, il soggetto, il tempo di realizzazione e, quando è possibile, anche il momento in cui creare. Purtroppo non sempre ho a disposizione un tempo tale per accompagnare i bambini in una lenta riflessione su se stessi. Ma non perdo occasione per mostrare che i pennarelli sono una possibilità. Tra tante.