Diciamocelo.Piace a molti il manto di aurea che c’è intorno a parole come creatività, fantasia, genialità. Piace l’idea dell’artista e dello scienziato tanto ispirati da sembrare folli, tanto egocentrici da apparire isolati, tanto sregolati da apparire ribelli! Metodo e ordine sono parole che mai assoceremmo ad un genio! Eppure i tanti personaggi rocamboleschi, irascibili e senza regole nella storia così famosi e suggestivi, rappresentano solo l’eccezione! La scienza smentisce questi stereotipi e suggerisce un’idea di genio integrato socialmente e aiutato, nelle proprie ricerche, dal confronto con altri artisti e scienziati. Allora se tutto conta – il talento, il quoziente intellettivo, la determinazione, le relazioni, le routine, l’esercizio, la predisposizione – creativi si nasce o si diventa? e noi cosa siamo? E’ lontana e superata oramai la teoria secondo la quale può essere creativo solo il genio sregolato. Oggi esistono tecniche che ci invitano a giocare con la nostra fantasia, il nostro tempo e le nostre esperienze sensoriali e cognitive per riuscire a trovare soluzioni originali a qualunque tipo di problema. Continua a leggere
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Quanto costa un pensiero felice?
L’intervento dell’ Ing. Arianna sulla bontà della metodologia didattica utilizzata nelle scuole non è solo condivisibile, ma anche generalizzabile. Se prendiamo la sua analisi, ed eliminiamo termini che la legano alla scuola, viene fuori che siamo abituati a: parlare senza che l’altro sia connesso, comunicare con linguaggi retrò, metterci poco in discussione, pensare che il momento per crescere (o imparare) sia sempre il prossimo, credere di fare il proprio dovere anche senza badare ai risultati. Ora ditemi:a quanti settori (culturali e non) si possono applicare questi enunciati? Continua a leggere
No Storia dell’arte? Ahi…ahi…ahi…
Non è più una ricerca di opportunità lavorative, di rispetto di tradizioni secolari, né di propagande culturali, è una faccenda di sopravvivenza. Interrogandosi su uno Stato che, da un lato, promulga leggi di tutela e di valorizzazione, ma che praticamente non ci crede! Non solo non investendo correttamente, ma intervenendo sull’ esistente per abolire, cancellare, eliminare, invece che potenziare, ottimizzare, elevare. Togliere dai programmi scolastici la storia dell’arte: un’arroganza inaudita! La domanda è innocente: perché? Perché è considerata inutile? Perché è insegnata male? Perché dobbiamo fare spazio ad altre materie? Perché dobbiamo adeguarci agli standard educativi di altri Paesi? Lasciamo da parte il considerevole disagio provocato a tutti i docenti che si vedono cancellare l’insegnamento della materia e, dunque, sono costretti a fare ‘altro’. Lasciamo perdere il modo con cui viene insegnata nelle nostre scuole, altro spinoso capitolo. Riflettiamo sul profondo significato di questo gesto e sulla nostra classe dirigente. Continua a leggere