Il mio percorso comincia da lontano e lontano vuole arrivare. Grazie alla mia famiglia sono cresciuta coltivando l’attenzione prima e la passione poi per l’arte. Ho ceduto al fascino di ogni singola opera vista; ho approfondito la conoscenza dei contesti e coltivato il gusto per lo stupore. Ho studiato Conservazione dei Beni Culturali a Napoli e ho seguito, già prima della laurea, diversi corsi di formazione che attenevano alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Ma ho scoperto quasi per caso la strada della didattica dell’arte. Quando, in cerca di uno stage in Lombardia alla fine del Master, dopo tanti rifiuti di enti istituzionali, ha accettato la mia richiesta una società privata che con il suo lavoro mi ha rapito e affascinato, incanalando in questo settore specifico mie attitudini e competenze. Da più di 16 anni parlo di arte ai bambini. Ho cominciato come animatore, diventata poi operatore, quindi progettista di singoli interventi e oggi mi sforzo di concertare azioni puntuali e integrate, attivando collaborazioni in diversi ambiti che riescano ad amplificare l’intera esperienza proposta. Ho maturato gradualmente consapevolezza sul potere dell’arte e sulla necessità della divulgazione “artistica”. Ho avuto modo di confrontarmi con prassi e attitudini metodologiche differenti lavorando in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Campania. Da ciascuna persona incontrata e da ciascun bambino conosciuto ho imparato qualcosa di importante che ha inciso sul mio lavoro successivo. E tutto questo ha formato la mia attuale visione e ha sostanziato i perché delle mie scelte. Negli ultimi due anni ho avuto esperienze internazionali che hanno portato me e il mio metodo di lavoro a Washington DC negli Stati Uniti e a Wuhan in Cina. Il mio più recente progetto di ricerca di didattica affronta il tema dell’Arte e dei Disturbi dell’apprendimento.
Perché didattica:
Perché è ora di presentare opere e artisti di ogni tempo attraverso metodi divulgativi e accattivanti.
Perché, conoscendolo, riusciremo ad occuparci del nostro patrimonio artistico più consapevolmente.
Perché un approccio ludico e narrativo è efficace e sorprendente.
Perché arte:
Perché è un modo di vedere la realtà e vivere la vita che merita di essere svelato.
Perché è un universo dove incontrare se stessi e gli altri.
Perché emoziona.
Perché bambini:
Perché a loro appartengono meccanismi di gioco che consentono associazioni libere e costruttive.
Perché è divertente e illuminante lavorare con loro, oggi.
Perché siamo noi, nel futuro.
Perché Leontina Sorrentino:
Perché ci credo. Senza retorica e senza incertezze.