L’ospite del Mese è Stefania Bortolin, educatrice di nido che ci racconta una esperienza sul colore, con bambini di 3 anni. Lasciarsi affascinare dalle immagini e dalle parole, che ben descrivono una esperienza forte anche per i genitori coinvolti, è semplice come immaginare il clima in cui l’esperimento si è svolto. La voce di chi lavora ogni giorno affianco a bambini e a bambine, piccolissimi, e che fa di una buona pratica sull’espressione di sè un seme che germoglierà nella crescita.
Arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’evoluzione infantile.
Il contatto fisico che avviene attraverso la manipolazione dell’elemento colore può provocare un grande impatto emotivo e quando si propone un’attività che invita a farlo, si può assistere a questa “scoperta” attraverso modalità di approccio anche diverse tra loro; più libere e spontanee per quanto riguarda i bambini, un po’ più articolate per gli adulti (non più abituati a sporcarsi).
Incuriositi, timorosi, cauti, bambini e adulti iniziano a lasciarsi andare scoprendo che le mani possono diventare ”speciali strumenti”.
Spalmano, scivolano, picchiettano, disegnano, creano, lasciano traccia di sé, traccia che poi si amplifica se intervengono anche braccia, piedi e gambe.
L’idea di sporcarsi affondando le mani nel colore è divertente e affascinante e vede anche le persone più restie ed inibite sciogliere possibili e normali tensioni, lasciandosi coinvolgere e trasportare dalle emozioni, dalle proprie sensazioni e dai colori e le forme che nascono dai loro gesti.
Quindi con questo Laboratorio non ho voluto far “apprendere tecniche artistiche” ma dare libero spazio alla sperimentazione fisica del colore attraverso il proprio corpo, favorendo soprattutto la libera espressione dei partecipanti.
E’ stato mio obiettivo principe donare ad ogni partecipante l’opportunità di colorare, ,manipolare, dipingere, sperimentare, sporcarsi, condividere, in buona sostanza ho cercato di far provare la sensazione di sentirsi liberi di essere e di sentire!
La situazioni è stata pensata per mettere i partecipanti in condizione di lasciar traccia di sé, delle loro emozioni, pensieri, stati d’animo, situazione che magari è difficile ricavare nella routine quotidiana.Il laboratorio prevedeva il coinvolgimento dei genitori (un max di 10 coppie/genitore con il loro bambino) per una durata di un’ora e mezza circa (tempo stimato sufficiente vista l’età e la capacità di attenzione dei piccoli partecipanti).
Fonte di ispirazione e leitmotiv dell’esperienza è stato il libro di Hervè Tullet dal titolo Un Libro.
Ho riportato su dei fogli A4 le parti del testo che ho ritenuto più salienti per renderlo di immediata comprensione e fruibile anche dalla parte “più giovane” gruppo. La lettura è stata inclusiva ed animata, dando così modo di “interagire” con il libro stesso toccandolo, soffiandoci su ecc.
Una volta conclusa la narrazione animata è iniziata la parte espressiva vera e propria.
Gli strumenti messi a disposizione erano:
• Palloncini per le bombe d’acqua (adeguatamente riempiti affinché rimanessero malleabili e sufficientemente resistenti alla pressione)
• colori a tempera (i colori primari)
• piatti di plastica
• fogli di carta (100 x 70 cm).
Come traccia iniziale è stato suggerito al gruppo di lasciarsi ispirare da quanto ascoltato e provare a riprodurre i protagonisti della storia di Tullet.
Da qui ogni cosa è venuta da sé e la magica esperienza ha avuto inizio..
Il colore è scivolato tra le dita, ha sporcato la mano e..i palloncini non sono serviti più! Il colore ormai tra la mani era troppo piacevole per non essere ascoltato.
Le mani hanno iniziato a stendere quella materia colorata, poi pure le braccia…
Il colore denso ha iniziato ad appiccicarsi ai piedi (con grande divertimento di grandi e piccini), i quali sono diventati a loro volta un altro strumento d’espressione.Il laboratorio ha fatto scoprire la gioia del colore, del creare, dello sporcarsi, del condividere, non solo ai bambini che sanno ancora stupirsi, ma ai genitori presenti.
Emozioni e tanto divertimento!