Martedì 1 novembre in occasione di un evento sui mestieri medievali, sono finalmente riuscita a visitare l’Archeodromo di Poggibonsi con tutta la famiglia. Questa volta il #DABinVisita ha fatto un viaggio vicino nello spazio (a pochi kilometri da casa), ma molto lontano nel tempo (nel medioevo!). Qui tutte le foto.
Vivi il Medioevo
Il progetto dell’Archeodromo nasce in seguito al ritrovamento di un villaggio carolingio sulla collina di Poggio Imperiale, nella Fortezza Medicea a Poggibonsi. Un ritrovamento notevole che ha visto impegnata, per lunghi anni, l’equipe di archeologi dell’Università di Siena con a capo il prof. Marco Valenti, oggi direttore del Parco Archeologico. Il progetto si propone di riedificare in scala reale un villaggio del IX-X secolo e di ricrearne peculiarità, attività e consuetudini. Con un grande progetto di comunicazione e di ricostruzione architettonica, storica e filologica l’Archeodromo viene inaugurato nel luglio del 2014 e da allora propone eventi che raccontano la vita ai tempi di Carlo Magno. Il villaggio è sempre visitabile e molti poggibonsesi amano passeggiare nella piana. Ma è con momenti organizzati (cene medievali, cottura delle ceramiche, laboratori iconografici, storitelling, rievocazioni e molto altro) che si aprono le porte delle capanne e il villaggio prende vita.
Un tuffo nel passato
Si parcheggia l’auto fuori le mura della Fortezza e si procede a piedi fin sopra la piana in cui si apre il villaggio. Quello che si trova oggi sono i resti delle mura, due capanne ricostruite -una grande dimora del signore del villaggio e una più piccola- pannelli illustrativi, il pollaio, il fienile, le postazioni delle botteghe. Passeggiando è possibile imbattersi negli abitanti del villaggio, ciascuno col proprio nome e con la propria identità. Abbiamo incontrato la suora armena che a lume di candela dipingeva la sua icona, abbiamo visto il fabbro che forgiava la punta di una lancia, abbiamo ascoltato il racconto delle armi che servivano in guerra, di come una pelle animale diventava pergamena, la narrazione dal falegname. Ancora abbiamo fatto merenda con la focaccia del fornaio, visto come si coniavano le monete, visitato la longhouse, ammirato il panorama, goduto del paesaggio e trascorso un pomeriggio leggero e allo stesso tempo formativo. Un pomeriggio pieno di sole per un vero e proprio tuffo nel passato.
Le mie considerazioni
Non sono un’amante delle rievocazioni storiche, non so perché. O forse lo so. Sarà per questo che sono rimasta entusiasta dell’Archeodromo: è stata un’esperienza immersiva di grande valore. Sono rimasta affascinata, ho provato grande piacere e interesse ad ascoltare le storie narrate dai personaggi in costume, apprezzando il rigore scientifico che si sente esserci alla base. Ricchezza di dettagli e flessibilità nei contenuti, grazie al fatto che in costume non c’erano delle comparse che imparano una parte, ma, in molti casi, gli stessi archeologi che hanno realizzato lo scavo! Ho ascoltato più di una volta lo stesso personaggio che spiegava il proprio mestiere, perché a seconda delle domande che gli venivano rivolte aggiungeva un piccolo pezzo al puzzle della vita medievale del villaggio. Così dopo quasi due ore ancora non avevo finito il giro e ancora non ci eravamo fermati in ogni “bottega”. Poco male. Sarà motivo per tornarci ancora. Mi sono connessa alla Pagina Facebook e Twitter e cominciato a seguire il sito che propone gli aggiornamenti dello scavo, degli eventi proposti e delle rievocazioni che fanno. Grande attenzione e cura nella comunicazione, anche attraverso belle foto documentarie.
Work in progress
Il progetto vuole ricreare l’intero villaggio con ben 17 capanne. Ma la ricostruzione architettonica non è il solo slancio culturale cui si mira. Interessante l’attenzione dedicata ai più piccoli attraverso gli eventi e un centro educativo permanente. Il 20 novembre è stato inaugurato un Laboratorio Sperimentale di Iconografia che si propone di attivare una ricerca per recuperare materiali, ricette, tecniche pittoriche medievali.(vi terrò aggiornati in merito, perché non credo che resisterò al richiamo). Infine durante l’inaugurazione del corso è stato annunciato che dalla prossima estate riprenderanno gli scavi archeologici al Cassero. Dunque un progetto composito e organico, con una visione a largo e lungo termine. Che è ad un tempo un lavoro di recupero sul territorio locale, di ricerca archeologica e storica, di divulgazione e sensibilizzazione, di didattica e educazione. Per tutti. Interessante anchela campagna di crowdfounding: andando su questo sito è possibile iscriversi e, sostenendo il progetto, diventare un abitante del villaggio.
Cosa vi è piaciuto bambini?
I bambini sono stati subito attratti dal luogo, in cui ascoltare la Storia che si racconta attraverso la voce di uomini e donne, di abiti, di gesti, di attrezzi, di vita, un modo di parlare di tempi in cui non tutto si svolgeva con un clic. Alla domanda di rito ‘Cosa vi è piaciuto?’ è iniziato un lungo elenco. “Lo scudo, le monete, la storia del bosco strovo, la schiacciata, le armi, la capanna dentro, guardare il fabbro che usa incudine e martello. Poi però anche correre e giocare con gli altri bambini.” Bene, direi che possiamo ritenerci soddisfatti.