La mia permanenza in Cina, per quanto breve, è stata intensa e ricca di attività. Il mio viaggio ha avuto 2 tappe: la prima a Wuhan in cui ho partecipato- con i miei laboratori- ad una art station del 798 International Children Art Festival, e in cui ho girato il video di una Art Lesson, per una collaborazione attualmente in atto. L’altra tappa a Shennonjia, riserva naturale patrimonio dell’Unesco dal 1996, vissuta come turista e come osservatore occidentale per alcuni progetti. Devo ammettere che questa è stata la più impegnativa esperienza professionale tra quelle fin’ora affrontate. Per tanti motivi. Il viaggio lungo e stancante, ritmi fisici e biologici alterati, cultura differente, l’impegno richiestoci. Dividerò il mio resoconto in vari capitoli. Comincio col raccontare l’esperienza del festival, le reazioni dei bambini ai miei laboratori e qualche aneddoto che mi ha turbato.
I laboratori dove e come
All’interno di una fiera dedicata alla Donna e al Bambino, è stato allestito una area di laboratori d’arte per bambini, una sezione distaccata del 798 International Children Art Festival di Pechino- di cui vi avevo già parlato prima dell’estate. Erano presenti 5 operatori, tutti artisti tranne me. Per me Silvia Bonanni e Rudy Pulcinelli (scultore toscano conosciuto lì) avevano allestito delle ‘micro arene’ in cui lavorare con i bambini. L’ingresso all’area era a pagamento e ciascun bambino sceglieva uno o più laboratori da realizzare.
I volontari
A ciascuno di noi sono stati affiancati 3 o 4 collaboratori, ovvero ragazzi selezionati dall’Università di Wuhan che avevano il compito di coadiuvarci nelle attività pratiche, di darci supporto logistico e di mediare la comunicazione con i bambini e le famiglie cinesi. Noi comunicavamo in inglese con loro e loro traducevano in cinese per i bambini. I ragazzi universitari, che si sono susseguiti durante i 3 giorni di festival, sono stati efficienti, gentili e simpatici. E’ stato bello dividere con loro i momenti di lavoro e qualche istante di pura conversazione, nel raccontarci un pezzo delle nostre culture!
I bambini cinesi
I bambini sono bambini! A qualunque latitudine! L’entusiasmo, la timidezza, l’impegno, i sorrisi, la meraviglia, i pasticci, la scoperta, i dubbi! Le espressioni buffe e tenere! Hanno partecipato ai workshop bambini dai 3 ai 10 anni circa. Davanti ai laboratori proposti qualcun è stato più perplesso, qualcuno ha trovato subito la propria vena. Alla fine dei lavori venivano a farmi vedere le loro opere e, quando dicevo loro che mi piaceva e che erano stati bravi, si schernivano e sorridevano soddisfatti! Chi mi voleva seduta accanto e chi mi regalava disegni da portare a casa! Come la bambina, che si vede nella foto, che mi ha addirittura fatto un ritratto…con gli occhi a cartone animato! E alla fine del lavoro chiedevano di fare una foto insieme a me!magari anche con la mamma e i fratellini. L’affluenza è stata oscillante: molte o poche presenze a seconda delle fasce orarie e dei giorni.
Quello che mi ha rattristato
Tuttavia c’è stato un episodio che mi ha turbato. Come mi capita anche in Italia quando avverto che il bambino, pur essendo chiamato ad esprimersi non si sente libero di farlo. Durante il laboratorio di Calder una bambina di circa 5 anni ha realizzato un disegno finito e da esso non aveva nessuna intenzione di ricavarci delle sagome da appendere al mobile: vuole portarlo a casa così, senza costruire la scultura. Perfetto! Libera di farlo. Mentre faccio il giro del tavolo per seguire altri bambini sento piangere. La mamma di questa bambina era entrata nella nostra arena creativa e stava strappando il disegno di sua figlia perché pretendeva che uscisse dal laboratorio con lo stesso oggetto degli altri! Immaginate la mia avversione a quasta inutile violenza. Mi ha fatto male vedere la mamma che continuava (di fatto lo ha realizzato lei il lavoro) mentre sua figlia le dava pugni nella schiena, leggeri certo, ma rabbiosi. Alla fine ho preso il foglio più grande che avevo a disposizione e l’ho regalato alla bambina, invitandola a fare, a casa, il disegno che preferiva. Si è lasciata consolare e ha smesso di piangere.
Ma non è tutto. Seguitemi per sapere altro sul mio viaggio in Cina.