Ho incontrato, per la prima volta, Silvia Bonanni nel lontano 2006, quando ci trovammo a bere un caffè in un ‘improbabile’ bar, in seguito ad un colloquio di lavoro al Chiostro di Voltorre! Il suo talento e il suo motto ‘chi semina raccoglie’ l’hanno portata molto lontano e ora è affermata illustratrice di libri per bambini, ma non solo! Di Silvia adoro lo stile raffinato e fresco e la sua, innata e immensa, voglia di giocare!
Disegnare con le forbici, uscito a metà marzo in libreria, è il libro che meglio sintetizza il mio lavoro, che si divide tra l’illustrazione e la didattica con i bambini.
Prima di raccontarvi la genesi del libro, vi racconto il mio percorso lavorativo e le difficoltà che ho incontrato.
LABORATORI:
Dopo l’Accademia di Belle Arti di Brera, mentre cercavo con grande difficoltà editori e art director disposti a credere in me, ho iniziato subito a lavorare con i bambini, facendo dalla babysitter ai centri estivi, dalle animazioni di feste di compleanno ai laboratori nelle scuole. Grazie alla cooperativa sociale Il Melograno ho potuto fare grande esperienza, conducendo per qualche anno e a tempo pieno laboratori creativi di vario tipo nelle scuole elementari e materne. In particolare ho avuto l’opportunità di far parte per lungo tempo di due sezioni didattiche museali e progettare e condurre le visite alle gallerie e le attività di introduzione all’arte, nei GAM di Lissone e di Gallarate. Infine per diverse stagioni ho anche condotto visite guidate e laboratori per la mostra di Sarmede all’arengario di Monza. Il lavoro con i bambini al museo mi piace molto, i bambini sono molto recettivi e stimolanti nell’osservazione dei quadri, o delle illustrazioni, osservano curiosi e dicono quello che vedono senza preconcetti.Da tempo infatti cerco di progettare anche libri di didattica sull’arte, nonostante il mercato in questo settore sia un po’ fermo e indietro. Devo dire che progettare un libro dal nulla è un lavoro piuttosto complesso e lungo, mentre l’idea complessiva che nasce può invece arrivare e sviluppassi nei momenti più imprevedibili.
Editoria
Al contempo muoversi nel mondo dell’editoria per ragazzi non è stato facile, perché c’è tutto un lavoro per poter mostrare il proprio book che richiede tempo, che non avevo, e organizzazione, ordine, e costanza, qualità che purtroppo mi mancano, ma la determinazione e la passione non mi hanno fatto mai mollare. Conoscere i libri per ragazzi, le case editrici ed il loro catalogo è il primo passo per cercare e creare i contatti, facendosi conoscere con mail di presentazione, o meglio ancora su appuntamento, anche se non è sempre possibile. Andare alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna è fondamentale per conoscere il mercato internazionale ed è, allo stesso tempo entusiasmante, perché in fiera e negli stand si ha la possibilità di conoscere moltissimi illustratori di grande bravura e albi illustrati davvero originali, e scoraggiante e frustrante, perché non subito si comprende che non è questo il luogo ideale per mostrare il proprio talento agli editori, che in fiera vanno principalmente per vendere i diritti di pubblicazione dei propri libri e scoprire ed acquistarne di nuovi.
Poi il mio book era molto vario, ricco di sperimentazioni e tecniche diverse, oltre ad avere un’impronta accademica e troppo adulta, e questo certo non ha giovato, perché la varietà non aiuta gli editori a capire come potrebbe essere il prodotto finale libro e spesso non vogliono rischiare.
Questo per dire che lo stile si raggiunge dopo continue ricerche ed esercizi, può arrivare a chi prima a chi dopo, ma è frutto di una ricerca di espressione personale.
Per prima mi ha aperto le porte la Bruno Mondadori scolastica, e subito dopo gli art director di alcune riviste di moda, Gioia, Bravacasa e Io Donna per lo più, con cui ho potuto sperimentare stili e tecniche per poi approdare alla tecnica che uso di più: il collage.
Da quando finalmente ho iniziato ad illustrare libri per ragazzi, ho potuto conciliare le due attività divertendomi a creare laboratori ad hoc sui miei libri e girando per le scuole e soprattutto per le biblioteche. Se il percorso verso l’editoria è stato un po’ travagliato, non potevo però esordire nella narrativa per ragazzi nel modo migliore: Gianni Rodari con la storica casa editrice Emme edizioni! Da lì le case editrici che hanno incoraggiato maggiormente il mio lavoro sono state per prima la francese Rue Du Monde e poi in Italia Il Castoro.
GENESI DEL LIBRO:
Il libro si ispira ad alcuni laboratori che avevo ideato per portare e promuovere nelle scuole e nelle biblioteche il mio primo libro di Gianni Rodari “Che cosa ci vuole” realizzato a collage. Avevo pensato ad attività che potessero valorizzare la personalità di ciascuno partecipante ma allo stesso tempo che non spaventassero i bambini più timidi, meno fantasiosi e con scarse capacità nel disegno. Volevo che non usassero la matita e la gomma, ma si divertissero a disegnare direttamente con le forbici senza ripensamenti e sopratutto senza il timore di dover produrre subito qualcosa di bello. Perciò il ritagliare forme per poi decidere come utilizzarle creava meno l’imbarazzo del foglio bianco.La tecnica del collage, era declinata sia con le carte colorate sia con le pagine delle riviste riciclate e a seconda del tipo di carta il laboratorio prendeva direzioni diverse anche se simili.
Avevo poi notato quanta carta “sprecano” i bambini, a fine laboratorio, infatti, la carta avanzata veniva considerata un rifiuto da buttare nonostante ci fosse molta materia prima da utilizzare ancora. Volevo evidenziare questo aspetto per cercare di sensibilizzare i bambini non solo al riciclo ma anche al non spreco.
Avevo notato anche quanto gli avanzi che restavano sul tavolo fossero molto interessanti come forme negative ed ho iniziato a conservarli.
In alcuni vedevo già dei personaggi, pronti ad uscire alla scoperta con l’aggiunta di pochi elementi come per esempio gli occhi e poco altro.
Ciò che mi piace è la diversità e la varietà di elaborati che il gruppo crea ed è interessante notare quanta personalità ci sia dunque dentro ogni collage, anche se di fatto non conosco i bambini che partecipano ai miei laboratori perché sono incontri unici. Posso però intuire, per esempio, il bambino esuberante e vivace o disordinato in un collage che occupa tutto lo spazio disponibile del cartoncino; oppure il bambino timido e ordinato in un piccolo e preciso collage ai margini del cartoncino. Com’è curioso vedere quanti bambini riescano a staccarsi dalla realtà sulle ali della fantasia o quanti invece rimangano saldamente ancorati ad essa.
Da tempo poi proponevo queste attività senza però mai provare io stessa a giocare ed era duro durante i laboratori non mettermi insieme a loro a creare! Sentivo, dunque, che era arrivato il momento di riportare in un libro per bambini la mia esperienza, in “Disegnare con le forbici”, titolo che ho preso in prestito da Henry Matisse, c’è dunque tutto quello che vi ho raccontato, dai giochi per sviluppare la fantasia e la manualità alle attività per non sprecare e riciclare la carta.
La carta infatti ha infinite potenzialità di gioco e creatività!
Perciò le parole chiave del mio lavoro in relazione sia ai laboratori per bambini che per adulti sono fantasia, riciclo e gioco:
la fantasia è un qualcosa di personale, che non si può omologare, ne copiare, mi piace quando i bambini si esprimono liberamente senza condizionamenti e sovrastrutture, anche se non si esprime sempre con facilità e, dunque, va incoraggiata e stimolata con giochi e tecniche.
I materiali di riciclo, fonte primaria anche del mio lavoro di illustratrice, perché non servono materiali costosi per realizzare manufatti interessanti, anzi più il materiale è povero più è duttile e il risultato sorprendente! Infine, ma non ultimo, il gioco per divertirsi, per imparare, per crescere e per avere nuove idee!