E questa la chiami arte?, 150 anni di arte moderna in un batter d’occhio, W. Gompertz, Electa, 2013
“Questo libro è ispirato a uno spettacolo che ho messo in scena da solo al Festival di Edimburgo nel 2009 Avevo scritto un articolo per ‘The Guardian’ in cui analizzavo la possibilità di utilizzare le tecniche del cabaret per parlare di arte moderna in modo coinvolgente, cercando di non essere sconcertante. Per mettere alla prova la mia teoria, mi sono iscritto ad un corso di teatro e poi ho presentato ad Edimburgo uno spettacolo dal titolo Double Art History. Mi senbra che abbia funzionato, il pubblico ha riso un po’, ha partecipato e, a giudicare dall’ESAME cui lo abbiamo sottoposto alla fine, ha anche imparato parecchie cose sull’arte contemporanea.” W. Gompertz
Parte dal 1917 con Duchamp e termina con Bansky nel 2009. Interessante il modo che ha scelto per percorrere circa un secolo di arte. Per dichiarato intento dell’autore non è una pubblicazione accademica. Per il numero di pagine potrebbe essere associato ad un manuale. Per lo stile ad un romanzo. Per la visione generale ad una biografia. Gompertz sceglie la strada della divulgazione dall’alto della sua esperienza di giornalista, esperto d’arte della BBC, direttore della Tate Gallery e sperimentatore! Ha il merito di porre in primo piano, non solo gli artisti, ma figure come galleristi, che tanta parte hanno avuto nel processo di ascesa e di diffusione di un movimento e di un singolo artista. Ha il pregio di inquadrare storie personali in un sistema culturale e di descrivere dinamiche sociali ed economiche che hanno influenzato l’arte mondiale. Ha la piacevolezza del racconto e il rigore delle notizie. Ha un linguaggio fluido, piacevole e attuale (per spiegare le caratteristiche del Salon des Independants lo paragona a X-factor). Chiarisce bene i passi avanti delle avanguardie che superavano sempre di un pochino i maestri precedenti. Fa una mappa chiara dello spostamento del baricentro dell’innovazione artistica toccando Paesi come Francia, Italia, Russia, Inghilterra, America. Completo e stimolante.
Perché leggere E questa la chiami arte?:
– Parla di situazioni, di amicizie e di contesti grazie ai quali si è arrivati alla definizione del panorama artistico dello scorso secolo.
– Nonostante la mole è scorrevole e suddiviso in chiari e coinvolgenti capitoli.
– Presenta all’inizio una mappa dei movimenti artistici, partendo dai 4 capostipiti dell’arte moderna, sviluppata con linee come se fosse una metropolitana.
– Mostra come nessun progetto dedicato alla diffusione dell’arte sia assurdo e che la serietà degli intenti giustifica anche il binomio arte-cabaret.
– Rappresenta un buon esempio di didattica dell’arte, ovvero come tradurre in immagini concrete e reali concetti complessi e fumosi.
– Per capire che l’arte non è né inaccessibile, né incomprensibile come ci hanno sempre fatto intendere.