Ogni mese, in questo spazio, inviterò un ospite ad esprimere la propria opinione su aspetti culturali della nostra società, con particolare focus sulla didattica in generale e didattica dell’arte e del patrimonio in particolare. Ringrazio fin d’ora chi avrà voglia di condividere buone pratiche ed esperienze. Chi accetterà l’invito a raccontarsi, mettersi in gioco, fare rete.
L’ospite di questo mese…sono io!
Io utilizzo questo spazio come presentazione del mio sentire, del mio approccio e della mia ideologia, che spero si ritrovino convincenti e coerenti in tutte le attività, i laboratori e le iniziative che propongo.
Perché indagare le opere d’arte oggi? Perché le attività manipolative hanno sempre lo stesso fascino? Perché siamo convinti che una mostra d’arte non potrà mai incassare più di un film con effetti speciali? Perché un paese come l’Italia non ha i Campionati di storia dell’arte? Deve esserci sfuggito qualcosa…
Nonostante lavori da 10 anni in questo settore e mi formi da quasi 20 sull’arte, questo sito lo considero la mia opera prima. Dopo tanto girare, tanta formazione, tanti incontri e scontri mi sono concessa la libertà di portare avanti la mia personale visione. Forgiata e influenzata, certo, dalle mie esperienze professionali e personali.
Da troppo il mondo dell’arte è ingabbiato in una struttura di codici elitaria e noiosa, avulsa da qualunque tipo di approccio divulgativo o commerciale. Si sono spese grandi risorse per allestimenti, prestiti di opere, pubblicità o pubblicazioni e poco si è investito sul personale didattico. Oggi il gap è molto più visibile e occorre colmarlo. Esistono un mercato, un’utenza e una domanda completamente disattese!
Sono convinta che il valore aggiunto, per un’efficace didattica dell’arte, viene dato non solo dalla quantità di informazioni che si possiedono (di importanza fondamentale perché ci consentono di muovere le conoscenze e attivare relazioni esperienziali con più facilità) quanto dall’uso concreto che si riesce a fare di tali informazioni (dove per concreto intendo fattibile, immediato e rigoroso) e dalla modalità comunicativa (puntuale ma flessibile) che si decide di utilizzare per trasmetterle al pubblico.
Così la mia didattica applicata dell’arte passa attraverso 3 punti cardine:
• Contaminazione – arte come veicolo per affrontare qualunque aspetto formativo, arte come fucina di sperimentazioni e confronti per accrescere il nostro bagaglio di contenuti, di metodi, di sensazioni.
• Ottimizzazione – arte come soluzione per sviluppare competenze di ogni genere, per affrontare la complessità e per non sprecare tempo, opportunità educative e le esigue risorse con cui ci troviamo a dover lavorare quotidianamente.
• Collaborazione – arte come filo conduttore di un progetto comunitario, per imparare a amplificare ogni singolo successo, per tagliare traguardi altrimenti irraggiungibili e per scoprire modi alternativi di produrre (nuovi) e veicolare (vecchi) significati collettivi.
Ho un sogno. Che l’arte, declinata in tutte le categorie che le competono, dia voce alle risorse positive e creative del nostro paese, che realizzi posti di lavoro dignitosi e remunerativi, che diventi il motore economico e trainante dell’Italia! Lo so, è meno spassoso e visionario di tante dichiarazioni politiche…ma è quello che penso!
Benvenuti nella mia opera prima.