Anna Lena Dobellini si occupa di Marketing e in particolare di Direct Mailing & Web per le aziende presso Medici Senza Frontiere. Esponente di un’Italia giovane e competente, conosciuta ma poco “riconosciuta”, con ideali radicati, grandi passioni e doti creative. La conosco da sempre. Di lei, tra le tante cose, apprezzo la visione lucida delle situazioni e condivido l’approccio frendly ed ecologista alla vita. La sua analisi intima e personale ci invita con immediatezza e semplicità a porci inaspettati interrogativi.
Che cosa vuoi fare da grande? Non ho mai saputo cosa rispondere a questa domanda. Poi arrivò il giorno della scelta: non avevo idea di dove volessi lavorare ma avevo un’idea che mi ronzava nella mente “Ci sarà un modo per convincere le persone ad investire in cose belle come l’arte e la cultura?” Se ci sono tecniche di comunicazione che possono convincerti a pagare una borsa 2.000 euro, saranno applicabili anche a cose più costruttive, no? Allora non conoscevo la risposta, ma ero intenzionata a cercarla. Il mio primo stage è stato in una piccola residenza per artisti. Un residence che grazie alla tenacia e alla volontà della proprietaria, offre a giovani artisti stranieri la possibilità di lavorare in Italia per un certo periodo. Mostre, giri per Roma alla ricerca di realtà apparentemente perdute, la compagnia di giovani artisti che guardano il mondo con occhi diversi e indagatori. Mi si è aperto un mondo. Che spesso non capivo ad essere onesta, ma era pieno di colori, filosofia e persone interessanti. Mi occupavo di comunicazione e bandi europei per finanziare la diffusione dell’interculturalità attraverso l’arte. Il mio secondo stage è stato in una grande Organizzazione Non Governativa: un nuovo mondo da scoprire. Efficienza, bisogni umanitari, rendicontazioni, rapporti con i donatori. Vedevo passare nei corridoi uomini e donne a prima vista simili a quelli che camminano per strada o che si affannano in metropolitana, solo che erano appena tornati da territori martoriati da guerre e carestie. E te ne parlavano come se partire non fosse mai stato messo in discussione. Qualcuno dall’altra parte del mondo ha bisogno di loro. Loro semplicemente rispondono. Li ammiravo e ne ero affascinata. Mi sentivo anche un po’ inutile a dirla tutta, ma il mio lavoro aveva uno scopo ed era una sensazione impagabile: nel mio piccolo, gli consentivo di partire. Mi occupavo di relazioni con aziende donatrici. Finalmente il primo lavoro: in un’associazione che si occupa di tutela dei diritti. Una realtà totalmente italiana, impegnata quotidianamente al fianco di quelli che troppo spesso sono soli o inascoltati. Battaglie legali in difesa dei cittadini, tutela dei consumatori, diritto all’istruzione. Persone con un senso civico fortissimo e un’umanità smisurata. Mi occupavo di comunicazione e relazioni con le aziende. Tre realtà, tutte molto diverse, tutte speciali, ognuna a modo suo. Arte, solidarietà, cultura. E il mio lavoro, il Fund Raising. Cercare fondi, pubblici o privati, che consentano a queste realtà di andare avanti: agli artisti di creare, agli operatori umanitari di partire, alle associazioni di consumatori di difendere i diritti dei cittadini. Quando ho cominciato il mio percorso nel mondo del lavoro non sapevo dove mi avrebbe portato la mia strada, ad essere sincera non lo so neanche adesso. Il fund raising non sapevo nemmeno cosa fosse qualche anno fa. Eppure, quando oggi mi ritrovo a compilare un bando per sostenere un progetto o a cercare frasi per convincere le persone a donare per una causa importante, penso che il mio sia l’unico lavoro in cui far cacciare soldi alle persone non fa altro che arricchirle. In fondo se qualcuno convince qualcun altro a spendere 2.000 euro per una borsa…beh io potrò convincere qualcuno a spenderne 20 per una giusta causa, no? Anna Lena Dobellini