L’#ospiteDAB di questo mese è l’architetto Tiziana di Bella che si occupa di comunicazione e divulgazione delle tematiche inerenti l’architettura sostenibile e il paesaggio anche attraverso la progettazione e la realizzazione di iniziative didattiche. E’ fondatore e, attualmente presidente, dell’Associazione Culturale Paesaggi di Prato. Io ho conosciuto Tiziana anni fa per caso, durante la presentazione del progetto sul Paesaggio realizzato con la scuola primaria di Radda in Chianti. Rapita da subito dalla qualità del progetto, dalla passione e dal coinvolgimento che era riuscita a creare, sono felice di averla mia ospite! Alla fine info utili per ricevere materiale del progetto.
Voglio iniziare questo articolo ringraziando Leontina per avermi invitata a far conoscere l’attività didattica di educazione alla bioarchitettura ed al paesaggio che da circa otto anni svolgo nelle scuole di Prato, in particolare nelle scuole primarie.
Di professione sono architetto e la passione per la divulgazione dei temi suddetti è nata dalla convinzione che la buona architettura ed il bel paesaggio non possono esistere senza una appropriata educazione dei cittadini, di coloro cioè che “vivono” le città ed i territori. Nel 2008 ho cominciato a parlare di architettura e di natura ai bambini, profondamente convinta che l’educazione ai temi della sostenibilità a tutte le età, ma in modo particolare in quelle più “verdi”, serva a crescere individui consapevoli del proprio ruolo di trasformatori sociali e ambientali e promuova valori e comportamenti etici idonei alla cura del paesaggio, bene comune risultante dai processi naturali e dalle azioni umane, che deve essere tramandato culturalmente integro, sano e bello alle future generazioni.
L’educazione al Paesaggio
Nonostante il fatto che la CEP (Convenzione Europea del Paesaggio) spinga gli stati europei firmatari a promuovere insegnamenti scolastici per la conoscenza del paesaggio etico, di questo, nella maggioranza delle scuole, si parla ancora pochissimo o per nulla. La trattazione dell’argomento è affidata agli interessi specifici di singoli insegnanti e spesso, quando si propongono alle scuole ed alle amministrazioni attività didattiche sull’educazione al paesaggio, si ha l’impressione che il tema venga ritenuto poco scientifico e legato ad aspetti marginali della formazione dell’individuo. L’educazione al paesaggio, tuttavia, sarebbe un modo per ricomporre ragione, emozione e cultura (separate ormai dai tempi di Cartesio) e per decompartimentizzare saperi chiusi nelle varie discipline, riaggregandoli in una conoscenza densa e profonda di significato che possa scuotere schiere di studenti annoiati, demotivati e stanchi di scuola, ai quali si vuole sempre più trasmettere soltanto nozioni e informazioni esclusivamente per endovena tecnologica.
I laboratori di Paesaggi: Genius Loci 2016
L’impostazione etica dei laboratori sul paesaggio, promossi e sostenuti dall’ Associazione Culturale Paesaggi (Prato), è il fulcro attorno al quale si costruisce la didattica che mira a far capire come proprio il paesaggio sia la materializzazione dell’universo “morale” di chi ha vissuto, vive e vivrà un determinato territorio. La finalità del corso non rimane però legata allo studio del proprio territorio. La conoscenza e lo studio critico dell’ambiente vicino, in cui si vive e si abita, è il punto di partenza per capire che il paesaggio è ovunque e che la sua tutela comincia sulla soglia di casa nostra ma si estende a tutti i paesaggi della Terra.
Il laboratorio dell’anno scolastico appena concluso denominato “Genius Loci–il paesaggio e gli occhi dei ragazzi”, realizzato in tre classi quinte di due scuole primarie di Prato, si è strutturato in due momenti: il primo teorico ed il secondo pratico. Complessivamente il laboratorio ha avuto una durata di 12 ore/classe con l’esperto ma, molto lavoro di studio, approfondimento ed elaborazione, teso alla costruzione di una sensibilità verso i luoghi esperiti da ogni bambino, è stato condotto in classe -e a casa- grazie alla preziosa e fattiva collaborazione di insegnanti e famiglie. Pertanto l’attività si è protratta da febbraio a maggio con un ritmo calmo e disteso come è necessario che sia quando si vuole che qualcosa sedimenti e lasci un segno.
L’incontro degli alunni col territorio non deve essere qualcosa di casuale e gli appuntamenti teorici sono necessari e propedeutici alla costruzione di un “codice” che permetta la lettura e la comprensione del paesaggio. Durante questi incontri si è discusso con i ragazzi, con linguaggio semplice, del concetto di paesaggio, di storia, arte, ambiente, genius loci, beni comuni e Costituzione. Un capitolo importante è stato riservato alla storia della città e del territorio di Prato ed alla conoscenza di una porzione di territorio cittadino “problematico” che necessita di essere recuperato. L’intento è stato quello di applicare il concetto, sul quale si spende anche la CEP, secondo cui ogni luogo è paesaggio e quindi anche il paesaggio degradato, e soprattutto quello, deve diventare occasione educativa che stimola l’atteggiamento critico e costringe all’esercizio della responsabilità personale nei confronti dell’ambiente, dell’uomo e di ogni essere vivente.
Sono così stati individuati due luoghi di studio, uno decisamente centrale, poiché adiacente alle mura trecentesche della città (l’angolo del Serraglio) e l’altro più periferico (una cava dismessa, la cava di Pizzidimonte), ambedue guastati da problematiche ambientali e sociali. I luoghi sono stati prima studiati e poi visitati e analizzati criticamente dai ragazzi nei loro aspetti positivi e negativi. In seguito, in aula, dopo aver riepilogato, riflettuto, ricomposto e discusso le problematiche emerse, sì è consegnato il compito di elaborare soluzioni progettuali migliorative riguardanti le aree oggetto di studio, descrivendole attraverso un elaborato grafico. Si è chiesto di tener conto dei vincoli spaziali, dei bisogni di persone con abilità diverse, delle esigenze dell’ambiente naturale e delle necessità economiche.
Attraverso l’attività progettuale i bambini utilizzano tutti i saperi e le competenze acquisite dentro e fuori dalla scuola, comunicando mediante disegni immediati e carichi di emozione. E’ questa una delle fasi più belle del laboratorio dove tutti, indistintamente, partecipano con alti livelli di attenzione portando le proprie idee spesso studiatissime in ogni dettaglio e discutendole calorosamente con la classe. A questo punto si riesce a capire quanto del messaggio che si voleva veicolare è passato ai ragazzi e, spesso, è più di quanto non osassimo aspettarci. A questa fase segue l’ultima parte del laboratorio che è prettamente “artistica”, nella quale i bambini, in classe, durante una giornata completamente dedicata a questo tema, costruiscono tridimensionalmente l’idea progettuale che comunicheranno ad una vasta platea durante l’esposizione finale degli elaborati aperta alla cittadinanza.
Il paesaggio, dunque, educa e può essere insegnato agendo in esso, attraverso la pratica progettuale, poiché agire significa comprendere e comprendere significa amare e proteggere.
Di questo i nostri paesaggi hanno bisogno. Di essere compresi, amati e protetti perché sono fatti della stessa sostanza di cui sono fatti gli uomini.
I lavori del laboratorio sono stati oggetto di pubblicazione di cui un estratto può essere visionato a questo link. Alcune copie sono ancora disponibili presso la sede dell’Associazione Culturale Paesaggi. Chi fosse interessato a riceverle può richiederle mandando una mail all’indirizzo: info@associazionepaesaggi.it. Una mostra virtuale degli elaborati è visibile on line sul sito dell’Associazione.
Legenda delle immagini
1- Copertina della pubblicazione
2- Plastico realizzato per l’esercitazione dal tema “Il paesaggio che mi somiglia tanto” – Scuola Iqbal-
3-Elaborato redatto per l’esercitazione sul tema “Il genius loci” -Scuola Pizzidimonte
4- Plastico del progetto per il recupero dell’Angolo del Serraglio (Prato) – classe VA Scuola Iqbal
5/6-Plastici del progetto per il recupero della cava di Pizzidimonte (Prato) – classe VA Scuola Pizzidimonte
7/8- Plastici del progetto per il recupero della cava di Pizzidimonte (Prato) – classe VB Scuola Pizzidimonte