Quando racconto che credo nella potenza della rete e delle connessioni. Quando dico che nell’ambito dell’educazione all’arte si cresce molto di più condividendo e confrontandoci. Quando penso che l’arte è comunicazione di bisogni e messa in comunicazione di emozioni. Ci credo dal profondo. Questo articolo di Carla Ricevuto mi da la possibilità di consolidare una relazione professionale e personale, nata durante le Conversazioni sull’Arte, fatta di simpatia, reciproca stima, spinta alla ricerca. Carla trasferitasi a New York fa parte dello staff del Brooklyn Children Museum e ci racconta come funzionano i Color Lab. Un cenno alla storia del Museo, lo spazio dedicato a bambini e bambine, l’organizzazione delle attività e la filosofia che sottende al lavoro di tutti.
Spero possa essere il primo di altri contributi che ci permettano di tenere un filo diretto con l’esperienza internazionale per cogliere spunti per il nostro lavoro.
Da quasi un anno la mia grande passione per l’arte mi ha portato a vivere negli Sati Uniti e precisamente a New York. Le mie giornate si dividono tra Manhattan e Brooklyn, tra opening, fiere d’arte contemporanea e duro lavoro in Galleria.
Di recente ho avuto la grande opportunità di iniziare una collaborazione con il Brooklyn Children Museum, il primo Museo progettato esclusivamente per i bambini.
Brooklyn Children Museum
Fondato nel 1899, dal Brooklyn Institute of Art and Sciences, con lo scopo di dare una visione alternativa del Museo. Tutto ciò ha avuto inizio grazie all’illuminata figura di Anna Billings Gallup la quale ha messo in luce con il suo lavoro l’importanza degli scopi pedagogici e sociali nell’educazione museale. La Gallup è stata curatrice all’interno del museo per circa 35 anni e grazie all’aiuto di uno staff competente ha potuto sviluppare la sua ricerca nel campo dell’educazione museale. Le prime tematiche trattate alle mostre erano legate a temi di storia naturale e dopo la seconda guerra mondiale le esposizioni si orientarono verso i progressi scientifici e tecnologici del XX secolo e gli educatori museali preparavano i piccoli visitatori ad immaginare la futura “era spaziale”. Già nel 1968 il Museo aveva perfettamente integrato e messo in relazione le sezioni di: arte, scienza e cultura. Le opere sono state acquisite dal Museo grazie a donazioni private e alcune ricevute direttamente dal Museo di Brooklyn. Oggi si contano circa 30.000 oggetti di storia naturale e culturale.
Color Lab
La mia esperienza sta prendendo forma all’interno del divertentissimo e stimolantissimo spazio di “Color Lab”, una sezione interamente dedicata alle sperimentazioni artistiche contemporanee.
Questa sezione si trova al primo piano del Museo ed è aperta al pubblico nei giorni del giovedì e sabato dalle 11.00 alle 17.00. Il Museo propone anche delle giornate all’interno degli studi d’artista per scoprire più da vicino quali sono le fasi dell’atto creativo. Ogni bambino potrà osservare direttamente l’artista, porre domande e iniziare il suo lavoro.
Color Lab è suddiviso in tre parti: laboratori di disegno, storytelling e laboratorio di scultura contemporanea. Ogni settimana queste sale si riempiono di famiglie con bimbi e ragazzi di un’età compresa tra i due e tredici anni, si lavora insieme senza distinzioni di età ed etnie. Ogni settimana noi educatori proponiamo l’approfondimento di un artista contemporaneo, che vive principalmente a Brooklyn, in modo da far conoscere la realtà circostante e soprattutto per far apprezzare la diversità d’approccio artistico-culturale analizzando tecniche, medium e tematiche adottate dagli artisti.
Ogni attività laboratoriale dura circa sessanta minuti e ogni partecipante (compresi i genitori e accompagnatori) può realizzare liberamente uno o più lavori ispirati all’artista, precedentemente, presentato dagli educatori.
Successivamente, i piccoli ospiti si spostano nella sezione dedicata alla scultura collettiva: un bellissimo momento dove bambini, che fino a qualche ora prima non si conoscevano, iniziano a condividere un’esperienza artistica ispirata alle visioni futuristiche e surreali di Wangechi Mutu (artista keniana che vive e lavora a Brooklyn). Per realizzare questa grande scultura collettiva sono state assemblate delle sedie totalmente ricoperte da cartoni, carta (di vari colori, spessori e texture), stoffe di diverse misure e diversi tagli con il prezioso supporto di colla e nastro adesivo. Noi educatori, durante questa fase di cooperazione, poniamo delle domande specifiche ai partecipanti. Queste hanno lo scopo di stimolare ulteriormente la fantasia del bambino durante l’atto creativo, perché a ogni risposta il bambino sarà ancora più consapevole di cosa ricercare nel suo lavoro e di come poter far coesistere la sua idea insieme alle altre.
I bambini e le opere
Il risultato finale di ogni laboratorio è davvero esilarante. Un agglomerato di molteplici punti di vista e di libertà espressiva. Un vero e proprio contenitore artistico-culturale che potrebbe insegnare a molti. Anche noi educatori durante le attività scopriamo nuovi modi d’interpretazione che contribuiscono alla continua ricerca nel settore.
A fine esperienza i bambini decidono liberamente se portare a casa il lavoro oppure donarlo al Museo. Molti lavori, infatti, sono esposti nella sala laboratoriale congiuntamente alle opere dell’artista in questione.
Oggi sono orgogliosa di far parte di un team così specializzato e competente, di mettere a disposizione la mia esperienza a tutti i colleghi e partecipanti con un unico obiettivo: quello di agevolare il bambino all’apprendimento pratico ed empatico che lo preparerà ad essere un cittadino pensante, critico, gentile, impegnato nel mondo rispettando le diversità culturali.
Carla Ricevuto