L’#ospiteDAB di questo mese è Carla Ardis, archeologa, guida turistica e operatrice didattica del Museo Setificio Monti! E’ con particolare piacere che vi invito a leggere il suo racconto sulle attività didattiche che il Museo propone: coerenti, inclusive e radicate nel territorio. Un Museo sorprendente che racconta luoghi, paesaggi, produzioni industriali che influenzano nel tempo la vita economica, sociale e culturale di Abbadia Lariana. Storie di uomini e donne, storie di bachi e di seta. Storie di recupero di tradizioni e di dialogo intergenerazionale. Un Museo che mi ha incuriosito da subito e che riesce a comunicare in maniera efficace e diretta. Da visitare! Ma anche da seguire sui social come Twitter e Facebook e con una app da scaricare gratuitamente.
Abbadia Lariana è il primo paese che si incontra partendo da Lecco e risalendo il ramo orientale del Lago di Como. Si tratta di un territorio che è stato completamente modificato dallo sviluppo di un’intensa attività legata alla produzione della seta; a partire dal XV secolo il paesaggio naturale andò sempre più caratterizzandosi per la presenza di vaste piantagioni di gelso, ma soprattutto per la fitta trama di filande e filatoi che sfruttavano le abbondanti risorse idriche.
E proprio ad Abbadia Lariana, nel 1818, Pietro Monti, setaiolo proveniente dai territori a Sud di Milano, trasformò un antico follo da pannilani in un filatoio per sete.
La nuova attività produttiva ebbe fin da subito un forte legame con il paese; seguendo la seguendo la tradizione delle precedenti manifatture, anche il nuovo opificio continuò a sfruttare come fonte di energia l’acqua della cosiddetta Roggia dei Mulini, una derivazione del torrente Zerbo, ancora oggi il principale fiume di Abbadia.
La manifattura diventò immediatamente un punto fisso nel panorama industriale del territorio, offrendo lavoro sia alla manodopera maschile, che lavorava nel filatoio, sia alle giovani donne, che, dopo l’ampliamento della fabbrica con l’apertura della filanda, trovavano il modo di contribuire al bilancio familiare.
Il complesso Monti ci racconta quindi uno spaccato non solo della storia economica, ma anche dell’evoluzione dei rapporti sociali, e della relazione tra uomo e ambiente del nostro piccolo paesino.
Per tutte queste ragioni, il filatoio, dopo la cessazione della produzione serica nel 1924, è stato riaperto, nel 1998, come Civico Museo Setificio Monti.
I suoi fiori all’occhiello sono il grande Torcitoio circolare del 1818, tutt’ora funzionante e carico di seta, e la grande ruota idraulica, un tempo utilizzata per azionare i macchinari.
Il Museo e l’impegno didattico.
Dall’offerta per le scuole…
La particolarità del Museo è quella di costituire, in Italia, l’unico esempio di recupero integrale di un filatoio ottocentesco in cui l’involucro esterno, gli spazi interni e i macchinari sono stati riportati alla dimensione e alle funzioni originali di metà Ottocento, consentendo al visitatore di rivivere la storia e la tecnica dell’industria serica lombarda.
Per questo motivo il Museo, fin dalla sua costituzione, ha dedicato particolare attenzione alle attività didattiche, per completare l’offerta delle consuete aperture con visite guidate.
Siamo infatti convinti che la didattica museale sia lo strumento ideale per sfruttare al meglio le molteplici possibilità di apprendimento offerte dalla particolare natura del Museo, che oltre a rappresentare uno splendido esempio di archeologia industriale, offre spunti per osservazioni di carattere naturalistico, antropologico ed etnografico.
Inoltre, abbiamo deciso di adottare una didattica di tipo interattivo e sperimentale, che si basa sul coinvolgimento dei ragazzi, con l’ulteriore obiettivo di rafforzare il legame delle giovani generazioni con la storia, relativamente recente, del loro paese.
In un primo momento ci siamo concentrati sul pubblico scolastico, forse perché all’inizio ci sembrava il più semplice da raggiungere.
Differenziando l’offerta in modo da poter coprire gli interessi delle scuole di ogni ordine e grado, abbiamo elaborato diverse tipologie di laboratorio, che permettessero ai ragazzi non solo di comprendere le fasi della produzione serica, ma anche le nuove modalità di interazione ambiente-territorio e i nuovi rapporti sociali che l’impianto della manifattura Monti ha introdotto ad Abbadia.
Un momento di svolta, e sicuramente di riconoscimento del lavoro fino a quel punto svolto, è stata la realizzazione, resa possibile dal finanziamento del fondo EST, di un apposito laboratorio didattico al piano terra dell’edificio.
Lo spazio è stato attrezzato per ospitare quello che è poi diventato il punto fermo e il maggiore orgoglio della nostra offerta didattica: il laboratorio di torcitura.
Grazie ad alcuni macchinari realizzati appositamente da un artigiano locale, i partecipanti sperimentano il duro lavoro dei setaioli e le innovazioni tecniche fondamentali della torcitura.
Durante la visita nelle sale del Museo, gli alunni vengono invitati a prestare particolare attenzione ai movimenti e agli ingranaggi che permettono il funzionamento del torcitoio; il loro compito sarà infatti di riprodurli sui piccoli macchinari presenti in laboratorio, così da realizzare matassine in filo torto.
Il secondo momento produttivo vede i ragazzi all’opera con dei piccoli tornelli, per realizzare dalle matassine delle piccole trecce, da portare in classe o a casa e utilizzare come braccialetti o portachiavi.
Il laboratorio, che inoltre stimola il lavoro di gruppo dal momento che i partecipanti vengono divisi sulle cinque macchine presenti, consente ai ragazzi di sperimentare direttamente le principali tecniche dell’industria serica lombarda, e comprendere sulla loro pelle anche le difficoltà di questa produzione.
Queste attività ci hanno dato delle grandi soddisfazioni; in particolare l’essere riusciti a far sì che diverse scuole e associazioni proponessero con continuità il nostro museo come uscita didattica ci ha fatto comprendere che ci stavamo muovendo nella direzione giusta.
… ai laboratori per tutti!!!
Da questo è nato l’idea di sfruttare la didattica museale con l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più vasto al nostro Museo. Le attività didattiche ci sembrano il mezzo più efficace per dimostrare che una collezione museale non è solo un’esposizione di polverosi cimeli, ma un luogo da vivere, che può riservare sempre molteplici scoperte, anche se lo si frequenta ormai da tempo.
Abbiamo pertanto provato a sperimentare un nuovo approccio al pubblico proponendo, in particolari occasioni ma cercando di mantenere una cadenza mensile, delle attività che potessero essere rivolte a ragazzi di diversa età.
La filosofia che ci guida nell’ideare queste visite è quella dell’apprendimento attraverso il gioco.
Il primo passo è quello di scegliere un’ambientazione, o un macrotema, sempre legato alla seta, nelle sue diverse sfaccettature. In questo modo abbiamo invitato i bambini a improvvisarsi stilisti della seta per la festa del papà, li abbiamo sfidati a produrre seta tricolore per il 25 Aprile, abbiamo fatto realizzare loro un piccolo baco dopo avere loro svelato i segreti della bachicoltura, o ancora abbiamo fatto loro percorrere la Via della Seta vestendo i panni di antichi mercanti.
L’attività inizia in genere con una visita guidata per le sale del Museo; per renderla meno noiosa, avvertiamo subito i ragazzi che le informazioni che verranno loro date sono in realtà piccoli indizi che saranno loro indispensabili per svolgere il gioco successivo. Ovviamente è per noi indispensabile “teatralizzare” la visita, alternandoci nel condurla, o trovando il modo di sottolineare, con la voce o con la mimica, quali sono i dati fondamentali.
La parte operativa è sempre studiata per consentire ai bambini di mettere in pratica, in modo immediato e spontaneo, quanto precedentemente appreso.
Ci piace in particolare cercare di dislocare i giochi proposti non solo nel laboratorio ma in tutti gli spazi del Museo; i partecipanti così si trovano a muoversi nelle sale espositive in modo non convenzionale, senza necessariamente seguire dei percorsi precostituiti.
Siamo particolarmente convinti che queste esperienze siano fondamentali per aiutare i piccoli fruitori a percepire il museo in un modo diverso: non un luogo noioso, da visitare con le mani dietro la schiena, ma uno spazio aperto e in continua evoluzione, perché ogni attività permette di conoscerlo con occhi diversi.
E imparano anche loro ad amarlo e farlo proprio: vederli durante la Notte al Museo che salivano e scendevano le scale e si aggiravano curiosi tra le sale, eccitati ma sempre attenti a non rompere niente e rispettosi di quanto si trovava davanti ai loro occhi, è una prova di quanto ormai qui si sentano “a casa”.
Inoltre attraverso i laboratori il museo diventa per loro un punto di aggregazione, dove passare un pomeriggio in compagnia dei propri amici; per questo motivo cerchiamo di mantenere nel proporre le attività, una cadenza mensile. Ci piacerebbe che il pomeriggio al Museo diventasse un appuntamento più o meno fisso, e, nella più rosea delle speranze, atteso! Per questo è per noi fonte di grande soddisfazione quando i bambini vanno via chiedendoci quale sarà la prossima attività. Il fatto che ci sia un gruppo di bambini che partecipa a tutti i laboratori proposti è inoltre il migliore stimolo per continuare a metterci in gioco e inventare laboratori sempre diversi.
Cerchiamo di proporre giochi a squadre, e stimolare una competizione sana, che spinga i bambini a mettere in gioco tutte le loro capacità in una dimensione condivisa. Nonostante venga sempre proclamato un vincitore, in realtà alla fine tutti ricevono un piccolo premio; ci sembra un modo per invitare ognuno a sviluppare le proprie potenzialità, seguendo i propri tempi e modi.
Infine, è per noi indispensabile che al termine di ogni attività i partecipanti possano portare a casa un piccolo oggetto ricordo. Siamo infatti convinti che questo souvenir, spesso prodotto da loro, possa diventare il pretesto per raccontare a casa, a scuola, o agli amici l’esperienza fatta, così da mettere subito a frutto quanto imparato attraverso la narrazione. E così l’esperienza educativa continua anche fuori dal museo!
Ed è sempre formativa anche per noi. Cerchiamo sempre di essere attenti a come le nostre proposte vengono di volta in volta recepite, alla ricerca di sempre nuovi stimoli. Fino ad ora ogni attività e ogni laboratorio è stato sempre una fonte di grande soddisfazione.
Al Museo… anche in Estate!
Uno dei recenti progetti che ci ha maggiormente divertito e soddisfatto, è stato il progetto “Una Sera d’Estate… al Museo”; data la notevole presenza turistica registrata nei mesi estivi ad Abbadia, abbiamo provato ad effettuare alcune aperture straordinarie in orario serale, una volta al mese abbinate ad un’attività rivolta ai bambini.
Tra queste ha riscosso grande successo la serata del 4 Agosto, dal suggestivo titolo “Il Museo Misterioso: Caccia all’oggetto tra i segreti del Setificio”, che ci ha permesso di mettere totalmente in pratica la nostra metodologia educativa.
Dopo la consueta visita guidata, i bambini, divisi in piccole squadre di 3-4 persone ciascuna, sono stati invitati a risolvere, con le conoscenze acquisite, dei brevi quesiti enigmistici. Il risultato di questi consisteva nel nome di un oggetto della produzione serica, che i partecipanti erano invitati ad andare a cercare nelle sale del Museo, e a consegnare per ricevere l’indizio successivo. Particolare suggestivo, gli spazi espositivi sono stati tenuti appositamente al buio, così da permettere ai bambini di immedesimarsi ancor di più in piccoli detectives… con tanto di torcia!
Al di là del coinvolgimento e dell’allegria dei bambini, sono stati per noi fonte di grande soddisfazione sia l’elevato numero di partecipanti, ma soprattutto la complicità instauratasi tra i bambini e i loro genitori. Contrariamente a quanto spesso avviene, alcuni di loro, grazie anche alla piacevole serata estiva, si sono intrattenuti nelle cortile del Museo, diventando preziosi complici e suggeritori per risolvere i quesiti.
Senza averlo pianificato, siamo riusciti così a far diventare il Museo anche un punto di incontro tra le generazioni, in grado di offrire un modello alternativo di serata in famiglia.
Sono queste piccole-grandi sorprese che ci convincono dell’importanza di questo tipo di attività per far sì che il Museo sia davvero percepito come un luogo aperto a tutti, punto di riferimento della vita culturale della nostra piccola comunità.
Legenda delle foto
1. Il Civico Museo Setificio Monti
2. Il laboratorio didattico
3. Un momento delle attività didattiche in laboratorio
4. Un momento di visita guidata interattiva
5. Un momento del laboratorio di torcitura
6. Particolare del torcitoio
7. Al termine del laboratorio “Bachi&Abbracci”. I partecipanti con il loro baco
8. Momento durante La Notte al Museo
9. Momento durante La Notte al Museo
10. La notte al Museo La notte al Museo
11. La notte al Museo La notte al Museo. Giocando a luci spente attorno al torcitoio
12. Un momento della caccia all’oggetto. Risoluzione degli enigmi nel cortile del Museo