Il primo contributo dell’Ospite del Mese del nuovo anno arriva dalla Sicilia. Carla Ricevuto, critico d’arte e curatore, ed Eleonora Tardia, storico dell’arte, hanno raccolto una interessante sfida di didattica al Museo Pepoli di Trapani. Un racconto a quattro mani che ci introduce alla scoperta di un ambizioso progetto. Progetto didattico nato dalle linee programmatiche dell’Associazione Amici del Museo Pepoli. Cosa significa comunicare la storia, le origini e i reperti di un Museo. L’importanza di una programmazione mirata, della partecipazione per una crescita collettiva.
Come nasce l’attività didattica al Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani?
A partire dall’anno scolastico 2013/2014 abbiamo avuto modo di mettere in pratica quanto studiato durante gli ultimi anni di formazione universitaria nell’ambito della Museologia, dell’Educazione Museale e della Gestione dei Beni Culturali. Ci è stato possibile farlo in virtù della collaborazione con la “ Associazione Amici del Museo Pepoli“, associazione nata nel 2007 e che dal 2009 si impegna nell’elaborazione e nell’attuazione dei progetti innovativi di didattica con metodologie all’avanguardia. Nella scia di una attenzione alla didattica partita dello stesso Museo che già dal 2004/2005 attua il progetto Scuola – Museo, promosso dall’ Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Combinando l’esperienza delle associate con metodologie e strumenti al passo coi tempi, siamo riuscite negli ultimi due anni a raccogliere risultati considerevoli in termini di interesse e partecipazione. Ci rende orgogliose l’idea di aver contribuito alla “nascita” di un’attività e alla “rinascita” di un museo che, abitualmente frequentato da un pubblico adulto, giorno dopo giorno si è riempito di giovani visitatori. È stata una vera e propria rivoluzione! Di cui si deve rendere merito parimenti ai direttori del Museo Pepoli che si sono avvicendati e hanno condiviso e sostenuto le attività didattiche promosse dall’Associazione.
Quali sono state le attività più apprezzate in questi primi due anni?
Le collezioni del Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani sono costituite da nuclei di opere che tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento sono state donate da alcune famiglie nobili alla nascente istituzione museale, pertanto, nell’accogliere i giovani visitatori (principalmente studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado) è stato facile imparare ad affabularli ed incantarli narrando le vicende del fondatore e della nascita del Museo, cogliendo anche l’occasione per approfondire il concetto di collezionismo. È stato affascinante stimolare la loro fantasia raccontando del conte Agostino Pepoli, nobiluomo che lungo tutto il corso della sua vita ha collezionato personalmente queste opere, per poi donarle alla città di Trapani poiché tutti potessero fruirne. A questo proposito, una delle attività che ci ha più coinvolte ed entusiasmate è stata la visita animata dal titolo “Il Museo: luogo d’incanto per una fiaba”, ideata per raccontare anche ai più piccoli la storia delle collezioni. Una di noi si è mascherata come un’elegante dama dell’Ottocento e ha interpretato il personaggio fantastico di Pepolinda, una discendente del conte Agostino Pepoli che ha accolto i giovanissimi visitatori e li ha guidati attraverso le sale in una divertente caccia al tesoro.
I percorsi tematici sono stati ideati tenendo in considerazione lo stretto rapporto tra le opere esposte e la città, tra il Museo e il territorio, infatti, le collezioni del Museo Pepoli non comprendono esclusivamente dipinti e sculture di provenienza e secoli diversi, ma sono ricche di manufatti di arte decorativa, diretta espressione dell’artigianato artistico trapanese.
Fin ora, i percorsi più apprezzati sono stati proprio “ Il corallo dal Mediterraneo al Museo”, (percorso che attraverso l’osservazione delle opere realizzate dai maestri corallari trapanesi tra il XVI e il XIX secolo, fa scoprire ai visitatori le tecniche di pesca e lavorazione del corallo, e rimanda ai luoghi della città che ancora mostrano le tracce di questa fiorente attività del passato); e “Il Museo, la Città, il Mare”, (percorso che celebra l’importanza del mare per Trapani, sia perché forniva preziosi materiali agli artigiani – corallo, conchiglie, madreperla – sia per l’importanza che la committenza della marineria ha avuto per lo sviluppo delle arti in città).
Quali metodologie sono state adottate per le visite partecipate?
Ogni attività è stata prima ideata e poi condotta puntando alla partecipazione attiva degli studenti. Abbiamo cercato in ogni circostanza di istaurare un dialogo diretto, utilizzando registri comunicativi efficaci, ponendo domande sul vissuto personale, su viaggi ed esperienze di visita in altri musei che potessero in qualche modo essere messi in relazione con gli argomenti trattati. Abbiamo invitato i partecipanti a raccontare al gruppo le proprie esperienze, a condividere spunti di vario genere (soprattutto di ambito cinematografico, cartoonistico, fumettistico); asservendo così al bisogno socio – relazionale ma non per questo tralasciando di veicolare contenuti specialistici. Calibrando il linguaggio sulla capacità di comprensione e il grado di istruzione degli studenti, siamo riuscite ad utilizzare termini tecnici e richiamare, o introdurre, anche nozioni sulle tecniche di lavorazione e sui generi artistici. Ci siamo divertite ad consolidare comportamenti di fruizione differenti da quelli convenzionali, con l’intenzione di migliorare la percezione del Museo, abbiamo invitato i giovanissimi ad assistere alla visita sedendosi per terra su cuscini colorati, favorendo l’interazione fisica con le tradizionalmente austere e silenziose sale museali.
Quali strategie sono state ideate per i laboratori?
Tutti i laboratori sono stati pensati come momenti di gioco, creazione e aggregazione in modo da stimolare l’attività manuale e mentale ( learning by doing). Utilizzando carta, sagome, colori, materiali di riciclo, pasta, nastri e stoffe, gli studenti sono stati invitati a rielaborare quanto osservato durante la vista creando un’opera collettiva che al termine dell’anno scolastico viene esposta nell’aula didattica del Museo. In occasione delle mostre temporanee invece, data l’eccezionalità degli eventi (la forte affluenza e il tempo di visita sensibilmente ridotto), abbiamo preferito progettare attività laboratoriali individuali, al termine delle quali ogni partecipante potesse portare con sé la propria creazione. Per esempio, per la mostra “Magia d’Egitto. Preziose collezioni dalla Sicilia alla Slovenia” , (23 novembre 2014 – 18 gennaio 2015), organizzata in collaborazione con l’associazione “ Euploia – Archeologia e Beni Culturali” ogni studente ha colorato e decorato un amuleto realizzato in pasta di sale.
Gli esiti (qui il report)
Il connubio tra i nostri studi accademici e l’esperienza sul campo ci ha permesso di portare avanti questo progetto con entusiasmo. Ci siamo stupite scoprendo di saper trasmettere ai giovani visitatori concetti e contenuti propri di un ambito disciplinare specialistico, di essere state in grado di coinvolgerli inventando per loro storie e giochi, e dimostrando che il Museo non è un luogo “polveroso” ma uno spazio in cui fruitori ancora inesperti (ma interessati ad apprendere!) possono vivere esperienze indimenticabili.