Puntuale ogni due anni arriva la Biennale d’arte del Bambino di Treviso, che sabato 28 aprile inaugurerà la sua XI° edizione nella suggestivo scenario del palazzo storico Ca’ Noal. Insieme a un gruppo di bambini di terza elementare abbiamo realizzato un’opera ragionando su quanti e quali volti abbia lo spazio. Il lavoro è stato lungo ed articolato, per la complessità del tema e per le immagini che ci ha rimandato e che abbiamo elaborato. Vi racconto tutto il progetto. Punto per punto. Qui tutte le foto.
Aree di ricerca
Il progetto ha tenuto conto delle linee guide del metodo alfabeto Segno-Colore per il tema previsto I volti dello spazio. Il lavoro è stato divisi in vari momenti vissuti attraverso diversi incontri, ognuno dei quali mirava ad indagare un aspetto che svelasse, in maniera progressiva e consequenziale, il tema dello spazio nell’arte. Dunque gli elementi spaziali all’interno della composizione artistica hanno rappresentato il punto di arrivo di un percorso di riflessione che ha investito aspetti concreti del quotidiano dei bambini, perché le nozioni date non fossero mera teoria, ma agganciabili al proprio vissuto.
Le aree di ricerca:
– Dal corpo al segno: passaggio dallo spazio fisico che occupiamo col corpo al segno grafico con cui riempiamo (o meno) una superficie
– Dal macro al micro: esplorare il nostro habitat e lavorare sul dimensionamento del tratto creativo
– Dal reale all’astratto: circoscrivere e riconoscere elementi del reale per giungere ad un approccio non figurativo
– Dal progetto al prodotto: identificare una strada coerente che unisca l’idea progettuale alla creazione artistica.
Il Progetto
Introduzione: definizione del nostro ambito di ricerca partendo dalla classe, abbiamo discusso sui posti personali occupati all’interno d un ambiente quotidiano. Attraverso giochi di movimento, spostamento di banchi, scambio di posizioni abbiamo esplorato altre possibili combinazioni fisiche per capire se la classe avrebbe potuto ospitare ulteriori soluzioni.
Esplorazione Grafica: dall’esperienza reale siamo passati ala rappresentazione di alcuni concetti spaziali. Lavorando sul RITMO (attraverso lo zentangle con lapis su foglio quadrato di 8,5 cm per lato) sui PIANI (introducendo il collage con immagini urbane) sul SEGNO (lavorando con cere colorate, creando strati e incidendo su di essi).
Realizzazione Opera: dopo aver preso confidenza con le varie tecniche abbiamo immaginato un’opera complessiva che potesse esprimere i volti dello SPAZIO servendosi le sperimentazioni artistiche delle fasi precedenti.
L’opera finale è stata realizzata da classi parallele, che hanno lavorato sempre insieme. L’intero percorso si è inserito all’interno di un progetto di intercultura che caratterizza la Scuola, incidendo sulla scelta di alcune caratteristiche finali dell’opera come:
– il collage fatto con prevalenza (ma non esclusivo) di paesaggi naturali
– il graffito rappresentante animali australiani.
Il concetto di spazio fisico si è così dilatato includendo uno spazio geografico e culturale differente dal nostro. Infine l’idea di realizzare un’opera non solo da guardare, ma con cui giocare ha consentito di allargare ulteriormente il concetto base, intendendo uno spazio dell’arte che diventa tempo da vivere attraverso il gioco.
L’opera consiste in tessere di compensato 30x14cm decorate su un lato a collage con immagini di paesaggio e dall’altro lato con graffiti eseguiti su cera.
Le tessere sono dunque moduli di un’opera da ammirare, ma anche carte per giocare. E verranno esposte in questa duplice funzione una parte come fosse un quadro, e una parte posta su un tavolo da toccare e Una volta organizzato lo spazio d’azione i bambini hanno lavorato liberamente seguendo un supporto metodologico. Il lavoro ha interessato diversi mesi ed è stato complesso, partecipato e condiviso in ogni scelta prevista. L’idea del volto dello spazio è stato inteso come fisico, temporale ed emotivo con il domino che diventa un gioco da tavolo.
Anche il titolo “Spazio al Gioco” vuole fortemente rivendicare il diritto di ciascun bambino al gioco e alla scoperta creativa. I materiali utilizzati sono stati rettangoli di compensato, trattati su entrambi i lati con due tecniche differenti, cere, colla, ritagli di carta patinata, vernice.
La necessità di dedicarsi all’Arte
Lavorare a quest’opera, da esporre alla Biennale d’Arte del Bambino, per i bambini e le bambine coinvolte ha significato molte cose insieme. È stato un approfondimento di linguaggi trasversali, una sperimentazione di tecniche espressive e creative, uno stimolo alla cooperazione, un incentivo del pensiero critico. La creazione di condizioni di apprendimento, alternativo e partecipato, ha creato una dinamica culturale interessante e profonda, permettendo a ciascuno di riconoscere l’espressione di sè nel tutto, di evidenziare il proprio apporto nel lavoro collettivo. Un percorso denso che ha stimolato dialogo e confronto, un momento funzionale alla crescita necessario e appagante. Veicolato dall’Arte. Vissuto attraverso i sensi. Assaporato col sorriso.