La creatività a più voci, Annamaria Testa , Editori GFL Laterza, 2005
“Non contiene una teoria della creatività, né un metodo o esercizi per diventare più creativi.Propone un percorso che procede per analogie, suggestioni e intuizioni strutturate per permettere a chi legge, se lo desidera, di farsi un’idea articolata di cosa si può intendere per creatività .” A. Testa
La citazione riporta in modo chiaro i confini dell’indagine proposta. Il libro è un insieme di saggi brevi sulla creatività, illustrata da molteplici punti di vista. In ogni capitolo ci sono più contributi differenti: Annamaria Testa introduce l’argomento e inquadra i singoli interventi nel discorso generale. L’intento è quello di riflettere e far riflettere sul concento (tutto moderno) di creatività. Medici, linguisti, pedagogisti, imprenditori, storici, ricercatori, in settori apparentemente lontani, danno la propria voce. Interessante ogni singolo contributo: da quello che racconta una mostra sui premi Nobel a quello che studia i meccanismi dello sviluppo del linguaggio. Leggerete storie di donne che hanno superato limiti sociali per affermare le proprie innovative idee, idee che hanno cambiato il mondo. Leggerete anche una critica agli ambienti universitari e scolastici italiani, che sembrano tenere a freno lo stimolo della creatività. Il libro è del 2005, ma purtroppo non risulta datato in tal senso.
Perché leggere La Creatività a più voci
– È compendio multidisciplinare che indaga il concetto di creatività, a volte lontano dal nostro immaginario comune.
– Saggi divulgativi su un concetto focalizzato, tenuti insieme dall’autrice che orchestra in maniera chiara lo sviluppo del discorso che risulta immediato.
– Il libro può essere letto a riprese successive, senza il disagio di un’interruzione dannosa o fastidiosa, che fa perdere il filo.
– È utile per chi fa didattica perché aiuta una visione a 360 gradi sull’atteggiamento da utilizzare per ottenere risultati tangibili.
– Analizza talmente tanti contesti e argomenti, che nessuno si può essere considerato superfluo, anche se non riguardano l’arte in particolare.
– È ricco di belle storie, che fa bene leggere e sentire. Perché le cose più impensabili non è detto che siano impossibili da realizzare.
– E’ un inno alla contaminazione culturale e alla sperimentazione che non ha paura delle convenzioni.