La Diplomazia Culturale Italiana per Il Ritorno dei Beni in Esilio, Stefano Alessandrini, QdM, Edizioni Efesto, 2018
“Un importante risultato è stato comunque raggiunto: i reati che riguardano il traffico illecito di opere d’arte sono stati previsti nel mandato di arresto europeo. Molti sistemi giudiziari hanno infatti aderito alla normativa comunitaria sul mandato di arresto (e sul congelamento dei beni e di prove) e alla Convenzione Unesco del 1970, con relativa normativa. ” S. Alessandrini
Dopo un po’ di assenza dalle scene torna il #libroDAB! In questo primo mese del 2019 ho deciso di condividere un testo acquistato di recente che ho letteralmente divorato. Ho avuto il piacere di assistere alla presentazione dell’autore Stefano Alessandrini alla Memo-Mediateca Montanari di Fano, città sensibile al tema perché coinvolta nelle trattative per il recupero di una statua di bronzo rinvenuta nelle proprie acque (atleta di Lisippo caso trattato nel libro). È un libro che tratta un argomento tanto intrigante quanto poco diffuso, ovvero di tutti gli sforzi fatti dalla Diplomazia Culturale Italiana per interpellare Musei e Stati stranieri e recuperare le opere illecitamente sottratte al Patrimonio Italiano. Il libro è diviso in 3 sezioni la prima tratta di Napoleone e del trattato di Vienna, attraverso cui sono raccontate le origini della Diplomazia italiana. La seconda sezione analizza tre casi di attualità, con trattative ancora in corso, per comprendere le modalità di intervento a seconda dei casi. L’ultima sezione parla di prospettive e obiettivi futuri che la Commissione Ministeriale di recupero si è fissata. Avvincente sentire l’appassionato racconto dell’autore che conduce in prima persona trattative interazionali, capire le implicazioni politiche e l’importanza del sistema di comunicazione attuato a seconda dell’interlocutore. Le buone pratiche e le insidie della brama di alcuni potentissimi personaggi. Una storia avvincente raccontata, con intento divulgativo, da un tecnico che ci invita a riflettere sull’enormità della nostra storia.
Perché leggere La Diplomazia Culturale Italiana per Il Ritorno dei Beni in Esilio?
– È uno strumento utile per chiunque si occupi di didattica per guardare da nuove angolazioni, per stimolare il dibattito etico e civico che coinvolge i linguaggi dell’Arte, interessa la memoria storica e la civilizzazione.
– Ben spiegata la complessità di una pratica che si basa su Convenzioni internazionali e coinvolge Ministeri, Avvocatura e Forze dell’ordine Italiani.
– Conoscere personaggi chiave del panorama nazionale ed internazionale: dai dirigenti ai trafficanti ai direttori di Musei giudicati per il loro operato dal tempo e dai tribunali.
– Emerge prepotente l’importanza di cui gode l’Arte, oltre che in termini culturali e sociali, notevole resta il suo peso politico, nel passato come oggi.
– È possibile ricavare elementi per stimolare la curiosità, per attivare connessioni per affrontare la multidisciplinarietà.
– Una lettura per ribadire nuovamente la necessità di diffondere la conoscenza del nostro immenso Patrimonio, di ricoprire una nostra storia fatta di capillari e infinte stratificazioni
– Trasmette l’idea che lottare contro la criminalità organizzata con il recupero di opere d’Arte ha un valore culturale forte, prima che economico e di immagine.